Autunno -inverno 2011-12
L’Orto di San Francesco è aperto al territorio e alla partecipazione di volontari, che vi si possono impegnare in alcune mansioni, come quella della preparazione dei pasti. Naturalmente, le attività educative in senso stretto richiedono delle serie competenze in materia di autismo, per cui è necessaria la presenza di professionalità formate. Queste operano all’OSF in un rapporto complessivo di 1 a 1 rispetto ai giovani ospiti. Anche coloro che vengono ad aiutarci per un tempo e per compiti limitati, tuttavia, debbono possedere alcune nozioni basilari sull’autismo. Qui vediamo il dott. Stefano Castiglione, psicologo consulente dell’Orto di San Francesco, mentre fornisce quelle nozioni ad un gruppo di scout desiderosi di dare un contributo alle nostre attività.


E per finire: le tagliatelle di Natale.


Secondo la filosofia dell’Orto di San Francesco le abilità acquisite dai nostri ragazzi con autismo debbono essere spendibili in un contesto quotidiano e pratico. L’azione di riempire d’acqua una pentola e di collocarla sul fornello nel modo corretto e nel tempo opportuno può non essere così semplice per una persona con autismo. Ma può essere insegnata, e diventare motivo di soddisfazione e di crescita dell’autostima (nella foto è eseguita da Ettore). Anche per questo motivo le attività che si svolgono nella cucina dell’OSF hanno una grande importanza, e per noi sono irrinunciabili. Per questo, uno dei primi pensieri durante l’allestimento dell’OSF nel 2009 è stato quello di predisporre la cucina perché fosse funzionale e sicura.


Ettore e Tobia nella stalla, col cane Briciola e l'educatrice Barbara.    Un po' di neve non li ferma...
Per persone con autismo come Guido e Valentino è fondamentale che vi sia l’offerta di un impiego del tempo adeguato ai bisogni. Non cesseremo mai di ripetere che l’azione è essenziale per ogni essere umano. L’azione, di qualsiasi tipo essa sia (fisica o intellettuale), è il senso stesso della vita degli umani. Negare ad un essere umano la possibilità di agire, condannarlo all’inazione, costringerlo in una condizione di inerzia, significa nella sostanza ucciderlo. Storicamente, nei manicomi e negli istituti di vario tipo e denominazione, è avvenuta una uccisione di massa di innumerevoli vite umane indifese.
All'OSF le attività all'aria aperta, come la raccolta delle foglie per le capre, viene svolta in modo che risulti piacevole (e questo risulta anche dall'espressione dei volti) e sensata.

La cucina è un luogo di socializzazione, come si vede dalla prima foto, a sinistra, che ritrae Tobia con Giacomo.
Nella logica dell'Orto di San Francesco, è fondamentale che le attività che vengono proposte appaiano sensate ai ragazzi che lo frequentano. Certamente la preparazione del cibo è sempre interessante e ricca di soddisfazione. In qualsiasi luogo in cui vivano dei disabili questo dovrebbe essere tenuto presente. Qui nella foto a destra vediamo Tobia ed Ettore che utilizzano con grande impegno il torchio per preparare i bigoli, che saranno cucinati per il pranzo all'OSF.  Un compito chiaramente definito, facile da comprendere e molto gratificante. E' domenica 12 febbraio,  fuori c'è la neve, ma il pensiero della pastasciutta in arrivo riscalda i cuori. Ma occorre tener presente che l'OSF si giova della preziosa opera di Andrea, il papà di Tobia, conoscitore delle tecniche tradizionali.
La neve è un evento eccezionale all’Orto di San Francesco. Non rientra nella routine, e la sua presenza potrebbe dar luogo a qualche problema per i giovani ospiti, quindi la circostanza particolare, come ogni evento fuori dall’ordinario, deve essere gestita sapientemente dagli educatori. Tuttavia, anche dai ragazzi autistici una novità non sempre e necessariamente viene percepita come disturbo. Qui vediamo Ettore che partecipa ad un’ attività sociale, come quella di fare a palle di neve, che può tradursi in stimolo alla relazione. E anche con la neve i conigli devono bere: l'annaffiatoio non serve solo per le piante!